Sulla webzine "In Your Eyes" Stefano Spataro recensisce il saggio di de Ceglia e Leporiere
Come ha fatto un'intera società a rimanere impantanata in discussioni che non avrebbero portato a nulla? E soprattutto come ha potuto cadere in un palese inganno una generazione di filosofi e scienziati, a un certo punto diventati iperspiritualisti per eccesso di materialismo?
È da questa domanda, come mette in luce la recensione di Stefano Spataro, che prende le mosse il saggio di Paolo de Ceglia e Lorenzo Leporiere.
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La pitonessa, il pirata e l'acuto osservatore
Spiritismo e scienza nell’Italia della belle époque
di Francesco Paolo De Ceglia, Lorenzo Leporiere
editore: Editrice Bibliografica
pagine: 280
Metti una sera, riuniti intorno a un tavolo, tre bizzarri personaggi: una maga moderna che, nonostante i modi volgarotti, si atteggia ad antica pitonessa; un pirata gallese del Seicento, ubriacone e un po’ manesco; uno scienziato diffidente che, fronte aggrottata, osserva tutto, forse troppo. Che ci fanno insieme? Una seduta spiritica.Il volume tratteggia in maniera vivace e originale il rapporto tra scienza e spiritismo nell’Italia della belle époque, ripercorrendo, a cento anni dalla morte, le vicende di Eusapia Palladino, la medium più celebre del tempo. Intorno a lei, un intero mondo di sostenitori e oppositori: manager, giornalisti, teologi, filosofi, ciarlatani, esperti di trucchi teatrali e prestigiatori. Ma soprattutto scienziati, come Cesare Lombroso, il quale, propugnatore del materialismo, negli occhi di Eusapia scorse i riverberi delle plaghe dell’occulto e si convertì allo spiritismo.Un viaggio “spiritoso” alla scoperta degli slanci e della fragilità della ragione, in compagnia di una donna analfabeta che riuscì a piegare i più brillanti uomini di scienza d’Europa. Con le proprie doti. Ma anche con qualche trucchetto.Con la prefazione di Massimo Polidoro.
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