Storia della scienza e del pensiero scientifico
Etica medica sulle orme di Ippocrate
di Giulia Ecca
editore: Editrice Bibliografica
pagine: 144
Alla celebre figura di Ippocrate di Cos, padre della medicina occidentale, è stato attribuito un nutrito corpus di opere. Tra queste si annoverano anche sei trattati di etica medica: si tratta del ben noto Giuramento e dei meno conosciuti Legge, Testamento, Precetti, Decoro e Medico, databili verosimilmente tra il V sec. a.C. e il II sec. d.C. In questi sei testi sono raccolti precetti etici, rivolti probabilmente a studenti di medicina, che vertono su diversi aspetti della figura del medico antico e del suo rapporto con i pazienti. Il bravo medico, ad esempio, non deve essere avido di guadagno, deve collaborare anziché competere con i colleghi qualora un caso sia molto difficile, deve essere riservato e vestito in modo sobrio, severo e allo stesso tempo benevolo nei confronti del malato. Alcuni di questi precetti etici ippocratici trovano dei paralleli in testi di altri medici antichi, come ad esempio Scribonio Largo, Celso, Sorano e Galeno. Il volume offre una panoramica degli aspetti più salienti dell’etica medica attribuita a Ippocrate, alla cui conoscenza il lettore verrà guidato attraverso l’analisi di passi in traduzione italiana.
Cosmesi e chirurgia
Bellezza, dolore e medicina nell'Italia moderna
di Paolo Savoia
editore: Editrice Bibliografica
pagine: 232
Nel 1597 il medico e anatomista bolognese Gaspare Tagliacozzi pubblica una monografia in due volumi sulla chirurgia ricostruttiva delle mutilazioni facciali, in particolare dei nasi. La tecnica descritta nel libro consiste nell’innestare un lembo di pelle preso dalla parte superiore del braccio sul naso del paziente, una procedura lunga, faticosa e dolorosa, conosciuta già dal XV secolo.
Prendendo le mosse dall’esperienza di Tagliacozzi, il volume esplora la storia sociale e culturale della chirurgia di età moderna attraverso il filtro della ricostruzione del volto, dimostrando l’importanza di una pratica e di una serie di operatori troppo spesso considerati marginali nel processo della rivoluzione scientifica moderna.
Collocando la tecnica di Tagliacozzi in una prospettiva geografica e cronologica ampia – dall’Italia meridionale del XV secolo fino all’Inghilterra del XVII – il testo mostra che la storia di ciò che i contemporanei chiamano chirurgia plastica ha le sue radici nei rituali dell’onore maschile e nelle trasformazioni concettuali del naturale e dell’artificiale. Una storia che si estende fino alla seconda metà del Novecento, quando la chirurgia plastica diventa una pratica elettiva e il suo legame con la sfera militare viene spezzato.
I cattolici italiani e la scienza
Il discorso apologetico sulla stampa clericale nell'età del positivismo
di Carlo Bovolo
editore: Editrice Bibliografica
pagine: 144
Nel corso dell’Ottocento la scienza assunse un peso crescente nella società e nella cultura italiane: di fronte alle innovazioni tecniche, ai progressi dell’industria, alle nuove teorie – dal darwinismo al positivismo, fino alla psichiatria e all’antropologia criminale – i cattolici non poterono ignorare questa centralità, che minacciava il ruolo e l’influenza della dottrina cristiana.
Si diffuse così in alcuni settori del movimento cattolico la necessità di costruire una scienza in accordo con la Rivelazione, con l’obiettivo di elaborare strategie per appropriarsi di tematiche scientifiche in ottica cristiana, di controbattere alle teorie materialistiche di scienziati laici e positivisti, di adoperarsi per una divulgazione scientifica in armonia con la fede.
La scienza divenne uno degli strumenti al servizio della propaganda cattolica, usata con forza dalla stampa clericale. Nella scienza, infatti, erano individuate le obiezioni alla teoria di Darwin; la medicina e la fisiologia, nell’incapacità di dimostrare le cause naturali e patologiche di episodi quali estasi, stimmate, guarigioni miracolose, ne confermavano l’origine divina. Pur criticando il mito del progresso, scoperte e innovazioni tecnologiche – a partire dalla ferrovia e dal telegrafo – furono ricondotte all’interno di un disegno provvidenziale, facendo sì che la scienza divenisse uno dei campi di battaglia in difesa dei “sani principi cattolici”.
Storie di cervelli
Dall'antichità al Novecento
di Claudio Pogliano
editore: Editrice Bibliografica
pagine: 208
Se nel 2000 si è concluso il “decennio del cervello”, da allora ha avuto inizio il “secolo del cervello”, connotato da una continua e rapida espansione delle neuroscienze. Negli ultimi anni l’investimento di risorse che le alimentano è cresciuto ovunque in modo esponenziale, così come, fortemente stimolato dai media, l’interesse di un pubblico sempre più ampio per discipline che promettono meraviglie. Sono rapidamente apparsi una serie di specialismi accomunati dal prefisso neuro (dalla neuroestetica alla neuroeconomia, per citarne solo un paio), tanto che sarebbe in atto un cosiddetto neuro-turn.
In realtà la cultura occidentale non ha mai cessato d’interrogarsi sul rapporto fra corpo e mente, su struttura e funzioni del sistema nervoso. Con un linguaggio chiaro e accessibile, il libro ripercorre storicamente alcuni stadi di quel lungo discorso. Il primo capitolo lo presenta per grandi linee dall’antico fino agli sviluppi della scienza moderna; il secondo si concentra su uno dei periodi più intensi e fecondi, quello dominato dalla seduzione della frenologia; il terzo seleziona e racconta episodi particolarmente significativi avvenuti nel corso dell’Ottocento e del Novecento.
Matematica e immaginazione nel Rinascimento
di Annarita Angelini
editore: Editrice Bibliografica
pagine: 200
“Un uomo, nato e formatosi nelle cosiddette scienze esatte, non comprenderà facilmente, dall’altezza della sua ragione intellettiva, che ci possa anche essere una fantasia sensibile esatta, senza la quale non sarebbe pensabile l’arte”. Così scriveva Goethe alla fine del Settecento, ma già nel Rinascimento qualcosa di prossimo alla “fantasia sensibile esatta” era penetrato nella concezione filosofica occidentale al punto da rimettere in discussione i confini teorici tra scienza e arte.Determinante, tra XV e XVI secolo, la ricezione della tradizione neoplatonica per la quale la facoltà immaginativa, complementare e inseparabile dalla ragione, garantisce la possibilità alle forme concepite dall’anima di raggiungere i domini della sensibilità. Mentre la matematica si arricchisce della potenza produttiva della fantasia, le arti figurative con Brunelleschi, Leonardo, Piero della Francesca, Dürer, assumono la razionalità della geometria come condizione della loro stessa funzione rappresentativa. Un viaggio alla scoperta dei rapporti tra ragione e fantasia, scienza e arte, mistica e logica, che raggiunge, alle soglie del Secolo dei Lumi, la geometria di Desargues e la filosofia di Leibniz.
La scienza che fu
Idee e strumenti di teorie abbandonate
di Francesco Barreca
editore: Editrice Bibliografica
pagine: 128
Nella pratica scientifica quotidiana vengono utilizzati strumenti, apparati e macchinari che, con il passare del tempo, sono rimpiazzati da altri più precisi. Il destino dei vecchi strumenti è, nel migliore dei casi, quello di diventare pezzi da museo, altrimenti finiscono nei ripostigli dei centri di ricerca. Qualcosa di analogo avviene anche nella formulazione delle teorie scientifiche: si elaborano concetti e nozioni che permettono di costruire ipotesi e teorie, ma una volta che una certa teoria si dimostra inadeguata, vengono abbandonati per finire negli “scantinati della scienza”. Il volume indaga alcuni tra i più importanti di questi concetti – chi sa o si ricorda cosa sono il punto equante, l’etere luminifero, l’impeto, l’atomo-vortice, il flogisto? – per offrire una rassegna storica della scienza da una prospettiva diversa da quella usuale, ovvero centrata sugli strumenti concettuali con i quali le teorie scientifiche del passato sono state costruite, più che sulle teorie stesse. Un testo stimolante, ricco di curiosità inedite, scritto in un linguaggio chiaro e accessibile a tutti.